Lord Byron, Ode on Venice

Oh Venice! Venice! when thy marble walls

Are level with the waters, there shall be

A cry of nations o'er thy sunken halls, 

A loud lament along the sweeping sea!

 ***


O VENEZIA! Venezia! quando le tue pareti di marmo

  saranno a livello dell'acqua, ci sarà

Un grido di nazioni sulle tue aule sommerse,

 Un forte lamento lungo l'ampio mare!

***

O VENEDIG! Venedig! Wenn deine Marmorwände

  mit dem Wasser gleich sind, wird es

Ein Schrei der Völker in deinen versunkenen Hallen geben,

 Ein lautes Heulen über das weite Meer!

***

In seiner "Ode an Venedig" beklagt Byron den seiner Meinung nach bevorstehenden Verlust Venedigs unter den Fluten der Adria: es war die gängige Meinung unter den romantischen Intellektuellen, dass die Stadt bald untergehen und für immer verloren sein würde.

Byron lebte von November 1816 bis Juli 1819 in Venedig im Palazzo Mocenigo am Canal Grande, wo er die ersten Lieder des Don giovanni komponierte. 

Die venezianischen Jahre wurden von ihm in einer exaltierten Art und Weise gelebt, unter Ausschweifungen und Exzessen. Es dauerte nicht lange, bis seine amourösen Abenteuer und sein Leben, das von einem hektischen Rhythmus und einer gewissen Dramatik geprägt waren, öffentlich bekannt wurden. 

So waren alle, angefangen bei den Kindern, neugierig, einen Blick auf "den verrückten Engländer" in den Calli oder in einer Gondel auf dem Weg zur Insel San Lazzaro degli Armeni zu ergattern.


Es war nicht ungewöhnlich, ihn wenige Zentimeter vor den Gondeln aus dem Wasser auftauchen zu sehen, um die Damen zu erschrecken, oder auf dem alten jüdischen Friedhof auf dem Lido spazieren zu sehen, einem Ort, der wegen seines romantischen Geistes noch heute sehr eindrucksvoll ist.

Das Venedig, wie es in seinen Vorstellungen und seinen Liedern lebte, ist sicherlich das Porträt der romantischen Ideen seiner Zeit, die getreue Darstellung/ Übertragung (una delle due) des ebenso gequälten wie vitalen Geistes eines der größten Dichter aller Zeiten.


Nella sua "Ode to Venice", Byron lamenta quella che crede essere l'imminente perdita di Venezia sotto le acque dell'Adriatico: era opinione comune tra gli intellettuali romantici che la città sarebbe sprofondata da lì a poco e si sarebbe persa per sempre.

Byron visse a Venezia dal novembre 1816 al luglio 1819 presso Palazzo Mocenigo lungo il Canal Grande, dove compose le prime canzoni del Don Juan. 

Gli  anni veneziani furono da lui vissuti in maniera esasperata, fra dissolutezze ed eccessi. Non ci volle molto affinché le sue avventure amorose e la sua vita, scandita da ritmi frenetici e con una certa teatralità, diventassero di dominio pubblico. Così tutti, a cominciare dai ragazzini, erano curiosi di scorgere  "l'inglese pazzo"  tra le calli o in gondola mentre si recava all' isola di San Lazzaro degli Armeni.

Non era insolito vederlo emergere dall'acqua a pochi centimetri dalle gondole per spaventare così le signore o a passeggiare nell'antico Cimitero Ebraico al Lido, luogo estremamente evocativo per il suo spirito romantico.

La Venezia che Lord Byron immagina e canta è certamente il ritratto delle idee romantiche della sua epoca, la fedele proiezione dello spirito, tanto tormentato quanto vitale, di uno dei più grandi poeti di tutti i tempi.

Nessun commento:

Posta un commento